A cura di Virginia Fungo
[English version below]
Occhi socchiusi. Sorrisi. Sudore. Il ritmo della techno che aumenta. La danza che raggiunge il suo climax. Tu che trascendi il confine del tuo corpo e diventi tutt’uno con la musica e con chi sta danzando insieme a te. Uno che diventa molti e che poi si trasforma in uno unificato nell’estasi collettiva. Ecco cosa significa vivere il dancefloor di un club e condividere l’esperienza estatica con gli altri danzatori. Forse non si può comprendere il brivido che corre lungo la schiena se non lo si è mai provato, ma con la performance HIGHER xtn. di Michele Rizzo (Lecce, 1984) si rivive l’atmosfera del club come luogo di espressione del sé e di comunione, in cui avviene una catarsi.
HIGHER xtn. deriva dalla precedente HIGHER del 2015, in un percorso che va dal club al teatro fino al museo, ed è parte di una trilogia dedicata al corpo e al movimento, che comprende Spacewalk (2017-19) e Deposition (2019). Rizzo non cerca di portare fittiziamente il club all’interno di un museo ma di tradurre il clubbing in un’esperienza che dialoghi con lo spazio prima dello studio e poi del museo, trasmettendo con la danza dei performers le emozioni e le dinamiche di una serata all’interno di un club. HIGHER è pertanto una forma di rappresentazione dell’esperienza maturata da Rizzo nel clubbing, fonte di interesse e ispirazione per l’artista. Cui si unisce l’idea di danza come linguaggio che trascende l’umano e le sue limitazioni, presente negli scritti della filosofa Julia Kristeva, in una dimensione rituale.
HIGHER (2015), in collaborazione con Frascati Theatre e ICK Amsterdam, era pensata per lo spazio black-box del teatro, anticipata da un light show e con soli tre danzatori: Rizzo, Juan Pablo Camara e Max Goran, offrendosi come spettacolo in cui i performers vengono osservati durante una danza intima e personale. HIGHER xtn. è invece stata presentata per la prima volta a marzo 2019 allo Stedelijk Museum di Amsterdam in occasione della mostra Freedom of Movement, qui i ballerini aumentano di numero nel corso delle otto ripetizioni a cadenza settimanale passando da due a quattordici, ed è stata poi ripresentata alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ad aprile e alla V-A-C Foundation di Venezia ad ottobre dello stesso anno.
I danzatori cominciano a muoversi da soli con movimenti lenti e introversi, spostandosi dalle sale del museo fino a uno spazio predisposto. Poi, man mano che la traccia elettronica ipnotica e ripetitiva di Lorenzo Senni cresce di intensità cominciano a danzare sincronizzati a coppie per poi continuare con movimenti ripetuti e armonizzati, ballando tutti all’unisono come se fossero un unico corpo. I movimenti e il modo di interagire tra di loro si ispirano a quelli dei club techno e alla danza estatica che in essi prende vita, Rizzo ritiene infatti che la techno abbia un potere catartico e trasformativo. I confini tra sé e la collettività vengono meno. La coreografia ripetuta, il ritmo crescente, l’affidarsi agli altri fanno sì che si diventi uno e si raggiunga l’estasi. Dopo aver toccato il climax della danza e della musica, i performers si allontanano man mano.
Proprio come avviene nei club, luogo in cui autoespressione e libertà di manifestare la propria identità si uniscono alla relazione con gli altri. Ecco il potere catartico della techno, che con i suoi ritmi ripetitivi permette di trascendere i confini percepiti del proprio corpo e diventare uno con gli altri. Per poi ritornare se stessi uscendo dal club, ma arricchiti dalla condivisione di un’esperienza entusiasmante e immersiva che va ben oltre il mero intrattenimento.
[English version by Cecilia Corato]
MICHELE RIZZO – THE CATHARTHIC POWER OF TECHNO.
By Virginia Fungo
Eyes closed. Smiles. Sweating. The growing rythm of techno. Dance reaches the climax. You transcend your body and become one single entity with the music and the people dancing around you. One entity which splits into many others and then turns into one again within the collective ecstasy. This is what living a dancefloor of a club and sharing the ecstatic experience with the other dancers mean. Perhaps, it is difficult for you to understand what is a shiver up and down the spine if you never tried it, but through his performance – HIGHER xtn. – Michele Rizzo (Lecce, 1984) recreates the club’s atmosphere, meant as a place of the self-expression and sharing, where a catharsis occurs.
HIGHER xtn. comes from the earlier HIGHER (2015), it is a journey that starts in the club and theatre and reaches the museum and it is a part of a trilogy dedicated to the body and the movement, including Spacewalk (2017-2019) and Deposition(2019). Rizzo does not want to fictitiously move the club into a museum, however he wants to turn it into an experience which could dialogue with the study space before that of the museum. By doing so, he is able to transmit through the performer’s dance the emotions and the dynamics of a club. Therefore, HIGHER is a form of representation of Rizzo’s clubbing experience, source of interest and inspiration for him. Moreover, he mixes it with the idea of dance seen as a language which transcends the human being and its limits reaching a ritual dimension, concept which can be found in the writings of the philosopher Julia Kristeva.
HIGHER (2015), created in collaboration with the Frascati Theatre and ICK Amsterdam, has been conceived for the black-box of the theatre, anticipated by a light show with only three dancers: Rizzo, Juan Pablo Camara and Max Goran. It was a gig where performers were observed during an intimate and personal dance. HIGHER xtn., instead, has been presented for the first time in March 2019 at the Amsterdam Stedelijk Museum for the Freedom of Movement Exhibition. The number of dancers grows from two to fourteen, during the eight weekly repetitions. HIGHER xtn. has been presented again at the Sandretto Re Rebaudengo Foundation in Turin in April 2019 and at the V-A-C Foundation in Venice in October 2019.
Dancers start to move by their own with slow and introvert movements, moving from a room of the museum to a specifically set up space. Then, when the hypnotic and repetitive electronic track by Lorenzo Senni gradually intensifies, they start to synchronise in pairs, continuing to dance with repeated and harmonized movements and turning into a single entity. Their movements and their way of interacting are inspired by those of the techno clubs and by the ecstatic dance which originates in them. Indeed, Rizzo thinks that techno has a cathartic and transformative power. Borders between the self and the collectivity are disrupted. The repeated choreography, the growing rhythm and dancers relying on others make them one single entity and so they reach ecstasy. After the music and dance climaxes, the performers gradually move away.
Just as it happens in the clubs, spaces where the self-expression and the freedom to reveal your own identity mix with the relation with others. This is the cathartic power of techno, which, through its repeated rhythms allows to transcend the perceived body bounding and to become one single entity with others. After getting out of the club, you become yourself again, but enriched by the sharing of an enthusiastic and immersive experience which goes far beyond the mere amusement.