Gisèle Vienne – La Ricerca della Verità

A cura di Cristina Baù
[English version below]

“If it where love” è ultimo lavoro del regista Patric Chiha: è un documentario francese costruito intorno alla pièce teatrale “Crowd”, opera itinerante della coreografa franco-austriaca Gisèle Vienne presentata per la prima volta al Théâtre du Mailon di Strasburgo nel 2017.

La visione di questo interessante lavoro cinematografico (disponibile sulla piattaforma streaming Mubi) dà l’opportunità allo spettatore di approfondire l’inestimabile lavoro di Gisèle Vienne, a cavallo tra il reale e il surreale, ambientato nella scena rave anni ‘90. Un viaggio che va oltre la disciplina artistica e che con forza catartica racconta la vita professionale e personale dei 15 ballerini protagonisti.

In Crowd i bpm scandiscono il tempo e definiscono lo stile musicale Techno, in un susseguirsi di giochi e contrasti tra melodia e distorsione dei movimenti, rallentando e accelerando questi ultimi con un effetto live-slow motion sorprendente. I protagonisti entrano in uno stato di trance per poi uscire dallo stato di coscienza alterato e ributtarsi nel realismo delle loro emozioni interpersonali, in un trionfo di lentezza e suggestioni che permette allo spettatore di invertire la percezione della performance: da essenza neutra a intima relatività con l’altro.

Mentre sempre più coreografi mettono in scena situazioni “rave” o “party” decostruendo e ricostruendo danze sociali, contemporanee o da discoteca, Vienne lancia uno sguardo oltre la superficie, non rinunciando però all’estetica e scavando nella psicologia dei suoi protagonisti. I giovani danzano sui resti di un rave (lattine, bicchieri e oggetti sporchi di polvere) sfiorandosi e allontanandosi, per poi amalgamarsi in un corpo unico, tra un drink e un’ultima nota di sigaretta, baciandosi o strattonandosi senza mai smettere di fluttuare in quello che sembra un tempo sospeso. Qui il realismo è tenuto lontano, anche quando i festaioli fumano, bevono o si passano di nascosto “piccole cose” di mano in mano. Qui la lentezza lascia che lo spettatore percepisca ogni singolo dettaglio, entrando in uno stato atavico che per i clubber è l’essenza stessa dell’introspezione più profonda e dell’annullamento della realtà.

ph Roberta Segata courtesy Centrale Fies

Crowd è una delle opere coreografiche più potenti che si siano viste negli ultimi anni. Grazie al rapporto empatico con i suoi ballerini e alle esperienze vissute nei club di Berlino, Gisèle Vienne ha saputo ricreare l’ambientazione perfetta che raffigura la leggerezza nello svago giovanile all’interno di una festa, ma anche la drammaticità dell’essenza nei conflitti interiori di quei ragazzi che si incontrano e condividono l’esperienza dell’evento. Ne emerge un forte aspetto psicologico: impeto e fragilità di giovani, vite alla ricerca di forti emozioni nella partecipazione del rito collettivo.

Se i lavori precedenti di Vienne erano più incentrati sull’intimità dell’individuo attraverso la rappresentazione di persone che vivono spesso isolate, in Crowd è un gruppo di giovani che si ritrova in un ipotetico spazio neutro che richiama il club, con il desiderio di provare profonde sensazioni fisiche e mentali, accomunati da un interesse primario: l’amore per la Techno.

Info: http://www.g-v.fr/

[English version by Cecilia Corato]

GISÈLE VIENNE – The pursuit of truth

By Cristina Baù

 “If it where love” is the last work by Patric Chiha: it is a French documentary based on the play “Crowd”, an itinerant piece created by the French-Austrian choreographer Gisèle Vienne and presented for the first time in 2017 at the Théâtre du Mailon in Strasbourg.

By watching this fascinating cinematographic work (available on the streaming service Mubi), the viewer has the opportunity to deepen her precious work, which is a paradoxical journey set in the 90s rave scene. It goes far beyond the artistic discipline and with its cathartic power tells us about the professional and private life of 15 dancers.

In Crowd, bpm mark the time and define the Techno music style, in a sequence of contrasts between melodies and movement distortions, which are delayed or accelerated with an impressive live slow-motion effect. Dancers enter a state of trance to leave this distorted state of consciousness and to throw themselves again into the realism of their interpersonal emotions. It is a triumph of slowness and fascinations that allows the viewer to invert the perception of the performance: it passes from neutral essence to intimate relativity with the other.

While more and more choreographers focus on “rave” or “party” scenarios by deconstructing and reconstructing social dances – contemporary or club dances –, Vienne crosses the surface, but she does not abandon the aesthetics and digs up her protagonists’ psychology. They dance on the remains of a rave (cans, glasses and other stuff covered in dust), brushing against each other and moving away, and then assemble a single body. Between a sip of a drink and the last drag of a cigarette they kiss and pull each other without ceasing to fluctuate in what seems to be a suspended time. Here, realism is kept away, even when the ravers are smoking and drinking or when they secretly pass some “little stuff” from hand to hand. Here, the slowness allows the viewer to detect every single detail and to enter an ancestral state which is, for clubbers, the real essence of the deepest introspection and of the reality deconstruction.

Crowd is one of the most powerful choreographies of the last years. Through the empathetic relationship with her dancers and her experiences in the Berlin clubs, Gisèle Vienne recreated the perfect rave atmosphere, which is made both of the rave youthful lightness and of the inner conflict of that guys who meet and share this experience. Powerful psychological aspects emerge: impetus and fragility, lives in search of strong emotions through the participation to the collective ceremony.

Previous Vienne’s works were most focused on the intimacy of the individual through the representation of people who often live isolated. With Crowd instead, she gives attention toa group of youngsters finding themselves in a hypothetical neutral space which evokes the club culture, with the desire to experience deep physical and mental feelings. They share all a primary interest: the love for Techno.

Info: http://www.g-v.fr/

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