Ti sei mai chiesto, magari proprio mentre ballavi sotto cassa, come sia finito il DJ a fare proprio quel lavoro? Hai mai avuto la curiosità di sapere quale sia stato il primo impatto di un artista con la musica che oggi padroneggia ai piatti? Questa volta è stato Remco Beekwilder a rispondere alle nostre consuete cinque domande, in attesa della sua prima data torinese all’Azimut Club questo 25 gennaio…
1). Com’è stato il tuo primo incontro con la musica techno? Che cosa ti ha affascinato al punto da scegliere questo percorso per la tua vita?
RB: Lavoravo come barman nei festival di musica in Olanda. Un giorno mi sono ritrovato in servizio nel VIP bar di un festival ad Amsterdam dove la line up era molto house e orientata all’EDM, più che altro, ma totalmente in disaccordo con questo equilibrio c’era anche Sven Väth tra gli altri. Chiuse il festival quel giorno. Non avevo mai sentito nominare questo DJ, ma ogni traccia che suonava era così bella! Non essendo più impegnato al bar, dissi a un collega che mi allontanavo un attimo per la toilette, ma in realtà rimasi in mezzo alla folla per tutto il suo set e registrai la maggior parte delle tracce che suonò con un registratore per poterle ascoltare il giorno dopo. Da quel giorno ho cominciato a scavare più in profondità tra musica e artisti, è così che è cominciata la storia…
2). Quando produci, ci sono delle fonti d’ispirazione che hanno poco a che fare con la musica? Che cosa ti ispira di più?
RB: Film e documentari mi ispirano molto, ma comunque direi la vita in generale.
3). Quali dischi ti piace suonare di più al momento? In generale, che cosa cerchi quando “scavi” tra la musica per i tuoi DJset?
RB: Mi piace cercare nuova musica su Discogs. A volte ti capita di essere fortunato e quando trovi un disco che ti piace il venditore in questione ha anche delle belle tracce con l’etichetta bianca di alcune label di cui non conoscevi nemmeno l’esistenza. Al momento suono un sacco Vitalic, perché nelle sue produzioni c’è molta emozione ed energia, sono le tracce perfette per cambiare direzione nei miei set.
4). Che cosa ti ha spinto a fondare la tua label (ndr. Emerald) e quali sono le cose che ami di più nel lavorarci?
RB: Avevo difficoltà a farmi rilasciare musica da altre etichette oppure sentivo che la musica che stavo creando non apparteneva a nessuna label già sulla scena, a livello sonoro. Mi sono reso conto che era molto meglio pubblicare musica per conto mio, perché in questo modo potevo controllare tutti gli aspetti di una release, dalla musica stessa ma anche all’artwork. Per me, è questa la vera gioia che trovo nel fare musica.
5). Questa sarà la tua prima data a Torino, come ti approcci ad una pubblico nuovo? Trovi che ci siano differenze tra le persone che amano la techno in giro per il mondo?
RB: Non uso mai un tipo di approccio diverso per un nuovo pubblico, città o /paese. Mi piace sempre fidarmi del promoter che mi sta invitando perché credo che alla base dell’invito ci sia l’apprezzamento della musica e dello stile che suono. Quindi in pratica suono quello che mi piace. A volte capita di muovermi in una direzione diversa durante i set in base al pubblico, ma è una questione legata al momento e non è mai premeditato.
In effetti ho sperimentato delle differenze tra dancefloor diversi di città in città o di paese in paese. Alcune persone mostrano naturalmente più di altre ciò che stanno provando, ma mi piace il fatto che ognuno si goda la musica a proprio modo. Alcune persone non dicono una parola o non alzano un braccio durante i tuoi set e comunque stanno apprezzando, ad altre piace esprimere visibilmente tutto ciò che stanno provando e quindi gridando o vanno a tempo con i pugni. A ognuno il suo!
REMCO BEEKWILDER sarà ospite di GENAU insieme a KEIRA MEIER sabato 25 GENNAIO all’Azimut Club (Via Modena 55, Torino)
Tickets —> https://xceed.me/list/genau/event/torino/81341
Info e liste: 392-8039321 / http://bit.ly/2FSBe0h
ENGLISH VERSION
1). How was your first encounter with techno music? What did fascinate you to the point of choosing this path for your life?
RB: I used to work as a bartender at festival in the Netherlands. One day I worked at the VIP bar at a festival in Amsterdam. Line up was house and EDM orientated and completely out of balance was Sven Vath on this bill. He did the closing that day. I never heard of this DJ, but every track he played was so good. It wasn’t busy anymore at the VIP bar, so I said to a co-worker that I went to the toilet. Instead I stayed in the crowd for his entire set and I recorded most of the tracks he played with a voice recorder so I was able to listen it the next day. From that day I started digging into more tunes and artists and the story continues…
2). When producing, are there any sources of inspiration that have little to do with music itself? What do you find most inspiring?
RB: Documentarys or movies inspire me and just life in general.
3). What are some records that you really like to play recently and why? In general, when digging music for you gigs, what do you like to look for?
RB: I like to dig on discogs for new music. Sometimes you’re just lucky and you find a record and this seller has some nice white label tracks from labels that I didn’t know they exist. Currently I’m playing a lot Vitalic stuff as it has a lot of emotion and energy and are the perfect tracks to switch direction in my sets.
4). What did push you to found your own musical label and what are the things that you love the most about it
RB: I had trouble getting tracks released with labels or I didn’t feel the music I created belonged to any label as it just didn’t matched soundwise. I figured I would rather release them myself, because this way I can control everything from artwork to music myself. This is the real joy of making musicfor me.
5). This will be your first time in Turin, how do you like to approach a new crowd when DJing? Do you find differences between people enjoying techno around the world?
RB: I never approach a new crowd/city/country differently. I always like to believe the promoter is inviting me because of the sound and style I play. So basically I’m just playing the way I like to play. Sometimes I’m moving to a different direction because of the crowd/city/country, but that’s in the heat of the moment and never prepared.
I do experience differences on the dancefloor between cities or country’s. Some people just naturally show more emotion than others, but I like the fact everyone enjoys music their own way. Some people won’t say a single word or raise their hands during your set and enjoyed it and some people like to express their emotion by screaming and fistpumping. Each their own!