Ti sei mai chiesto, magari proprio mentre ballavi sotto cassa, come sia finito il DJ a fare proprio quel lavoro? Hai mai avuto la curiosità di sapere quale sia stato il primo impatto di un artista con la musica che oggi padroneggia ai piatti? Per approfondire la conoscenza con il nostro prossimo ospite, questa volta abbiamo voluto parlare direttamente con lui e provare a soddisfare queste curiosità. Considerato poi, quanto la storia da DJ di Norman Nodge sia legata a quella della techno di Berlino e del Berghain, ci pareva doveroso andare direttamente alla fonte…
[English version below]
Ecco allora “Cinque Domande a: Norman Nodge”
1. Ricordi la prima volta che hai ascoltato musica techno? Che cosa ne hai pensato e cosa hai provato?
NN: La prima volta è stata alla radio. All’epoca, le tracce che venivano suonate e che mi facevano ballare erano, ad esempio, Move Your Body di Marshall Jefferson, French Kiss di Lil Louis, Good Life degli Inner City. Quando il muro è caduto (sono cresciuto nell’ex Germania Est) sono andato in un negozio di dischi a Berlino Ovest e ho comprato i vinili di The Prodigy, CJ Bolland e Joey Beltram. Il ritmo, il battito ripetitivo mi aveva catturato, fatto ballare e colpito! In seguito ho cominciato a organizzare party e a suonare.
2. E che mi dici della tua prima volta come DJ al Berghain, tempo fa?
NN: Quando il Berghain era una locale nuovo, appena aperto nel 2005 dopo la chiusura dell’ Ostgut, stavano cercando DJ. Il mio vecchio amico Marcel Dettman aveva contattato i proprietari, mandato una cassetta (sì, proprio una cassetta) con la registrazione di uno dei miei set e sono stato invitato a suonare. La prima volta dentro al club ero molto nervoso ed emozionato, sono rimasto impressionato dall’architettura gigantesca, dal suono pulito del sound system e dalla professionalità che aleggiava ovunque. Uno dei proprietari ha ascoltato il mio set e mi ha dato dei feedback. Dopo la seconda volta si è completamente convinto del mio modo di suonare e così ho cominciato come resident.
3. C’è qualcosa che cerchi di creare per il pubblico durante i tuoi dj set?
NN: L0biettivo è un mix ideale di eccitamento ed emozione, per le persone giuste al momento giusto. Un’atmosfera che ti fa ballare e sciogliere, che ti contagia e ti rende felice; che ti sfida, anche, di tanto in tanto, faccia provare delle esperienze. La cosa più bella è quando le persone muovono i loro corpi e cominciano a ballare gli uni con gli altri, individuandosi e “connettendosi”.
4. Come sai che una traccia deve essere suonata in un momento preciso dei tuoi set?
NN: E’ un momento, capire quando interagire con la folla, sentendo l’energia che scorre avanti e indietro tra consolle e dancefloor. Ho fatto riferimento a questo nel mio ultimo EP chiamato Embodiment: ballare e suonare sono qualcosa che non viene processato solo razionalmente nella mente, ma emerge dalla tua percezione corporea. Una delle tracce del mio Ep, per questo motivo, si chiama Tacit Knowing (ndr. “Tacita Conoscenza”): in un momento preciso non controlli l’orologio o la tua playlist ma sai che questa è la traccia giusta. E quindi la suoni.
5. Infine, puoi dirci quale disco recente (non necessariamente techno) ti ispira veramente e perché?
NN. Di solito non è soltanto un disco, ma almeno un paio che trovano il loro posto nella mia borsa dei vinili o nella mia playlist e ci restano per un po’. Al momento sono Third Process di LSD (Luke Slater, Steve Bicknell e Dave Sumner), RR4 di Rosa Anschütz con un grandioso remix di Kobosil e l’album Utility di Barker uscito su Ostgut Ton. Grande musica fatta con cuore, slancio e trasporto!
NORMAN NODGE sarà ospite di GENAU questo SABATO 14 settembre per il suo OPENING PARTY all’Azimut Club di Via Modena 55, Torino.
Tickets —> https://xceed.me/list/genau/event/torino/75228
Info e liste: 392-8039321 / http://bit.ly/2kpnu5O
ENGLISH VERSION
1. Do you remember the first time you listened to techno music? What were your thoughts and feelings about it?
It was on the radio where I first listened to techno music. Tracks that were played at the time and that have moved me were, for example, Marshall Jefferson – Move Your Body, Lil Louis – French Kiss, Inner City – Good Life. When the wall came down (I grew up in the German Democratic Republic) I made my way to a record store in West Berlin and bought 12 inch vinyls of The Prodigy, CJ Bolland, and Joey Beltram. The rhythm, the repetitive beat has caught me, made me dance and touched me! I started organizing parties and DJing later afterwards.
2. And what about your first time as a DJ at Berghain back in the days?
When Berghain was new and opened around 2005 after Ostgut closed, they were looking for new DJs. My long-time buddy Marcel Dettmann has contacted the owners, submitted a cassette (yes, indeed) with a set of mine that was recorded and then I was invited to play. First time in the club, I was really nervous and excited and so impressed by the massive architecture, the clear sound system and the professionalism all around. One of the owners listened to my set and gave me feedback afterwards. After the second time, he was fully convinced about me performing, and so I started as a resident.
3. Is there something you’re trying to create while you’re playing a DJ set for the crowd?
The aim is an ideal mix of excitement and emotions for the right people in the right moment. An atmosphere that makes you move and open up, that touches you and makes you happy, also challenges you from time to time and pushes you towards to experiences. It’s best when people move their hips and bodies and dance with each other, noticing each other and connecting.
4. How do you know that a track has to be played on a given moment through your sets?
It’s a moment of knowing when interacting with the crowd, feeling their energy that is flowing back and forth between DJ booth and the dancefloor. I referred to this in my latest EP called Embodiment: Dancing and DJing is something that is not processed only rationally in the mind, but emerges from your bodily understanding. One of my tracks on the EP is therefore called “tacit knowing”: In the specific moment, you don’t check your watch or your playlist but you just know that this is the right track! And then you play it.
5. Lastly, can you name one recent record (not necessarily techno) that really inspires you and why?
Usually, it is not just one record, but a couple of records that find their way into my vinyl bag or my electronic playlist – and stay there for a while. At the moment, these are: „Third Process“ by LSD (Luke Slater, Steve Bicknell und Dave Sumner), „RR4“ by Rosa Anschütz with a grandiose Kobosil Remix and the album „Utility“-Album by Barker on Ostgut Ton. Great music with heart, momentum and drive!