Le prime cose che ci vengono in mente pensando alla Colombia sono probabilmente il sole caldo, i cieli e i mari azzurro splendente, le grandi città polverose, i colori penetranti, i ritmi caraibici. Una visione fulgida che si staglia nettamente in contrasto con l’immaginario più grigio della tradizione di una certa techno. Diciamo “techno” e pensiamo a fredde città industriali, cupe atmosfere del nord.
Ma è proprio la Colombia, nonostante questi immaginari apparentemente divergenti, ad essersi rapidamente trasformata negli ultimi anni in uno dei poli più innovativi della scena musicale techno mondiale. Sempre più spesso sentiamo parlare di Medellin, Bogotà e Pereira così come sempre più spesso sentiamo parlare di DJ e Producer originari di questo paese del sole, affermarsi nelle più importanti realtà “storiche” -e per questo, forse, meno “solari”– della techno dura e pura, quella senza compromessi. In fin dei conti, non è poi così strano se pensiamo che la Colombia, basta un piccolo sforzo di memoria letteraria, è anche il paese del realismo magico raccontato al resto del mondo da Gabriel García Márquez: intessute tra le trame della sua storia -anche quella più sanguinosa, resa “mainstream” dalla popolarità di “Narcos” e Netflix– ed insite nel suo DNA sembrano agitarsi spinte oniriche e fantastiche, affini alle narrazioni più nordiche del nostro genere preferito.
Per questo, nonostante il background culturale differente, il suono distintivo di Aleja Sanchez è, per certi versi, molto familiare al nostro orecchio, abituato a quella indefinibile bolla della techno più oscura, dai confini liquidi. E’ Aleja stessa a dirci che sono stati artisti del calibro di Trent Reznor e Jeff Mills ad ispirare il suo percorso verso la musica elettronica. A questo sentore di familiarità aggiungiamo un elemento originale costituito dallo sciogliersi di atmosfere melodiche nelle ritmiche techno, una sorta di “malinconia ambient” ed una distinta ispirazione che arriva da un’istruzione nella musica sinfonica e dall’influenza di artisti lontani dall’elettronica come Ludovico Einaudi. Tutto questo sintetizzato sapientemente in un esperimento sonoro con un’anima ipnotica.
Il paesaggio culturale della Colombia, la musica sinfonica e forse anche la sua precedente vita da insegnante di Biologia -un aspetto scientifico all’approccio musicale che l’accomuna con un altro artista dell’elettronica, Max Cooper– hanno fatto della musica e dei DJ set di Aleja Sanchez uno degli esempi più interessanti del contributo sudamericano ad una scena in continua crescita ed espansione globale.
Aleja Sanchez sarà ospite di GENAU questo sabato 30 Marzo all’Azimut Club di Torino. Nel frattempo, vi lasciamo all’ascolto di “Caelum” uscito sull’etichetta di Sanchez “Northallsen Records”.